lunedì 31 ottobre 2011

Recensione ANNO MUNDI

Anno Mundi - Cloister Graveyard in the Snow
(2011)
Heavy Rock

Molto spesso, quando una band vanta collaborazioni di alto livello nelle sue produzioni, è per fornire un "biglietto da visita" convincente, che però maschera diverse pecche nella proposta musicale vera e propria.
Non è fortunatamente il caso degli Anno Mundi, validissima band tricolore autrice di un Heavy Rock di chiara ispirazione Sabbathiana, con alcune contaminazioni anche nella scena Doom e Sleaze Metal degli anni 80.
Analizzando più approfonditamente la mia premessa, le "collaborazioni di alto livello" di cui parlavo sono quelle di componenti di band di immenso rispetto come Graal, Banco del Mutuo Soccorso, Rondò Veneziano, e tra le quali spicca la presenza di Paolo Lucini degli Ezra Winston, formazione che può vantarsi di aver portato il neo Progressive Rock nel nostro paese. Se tutti questi grandi artisti hanno onorato con la loro presenza il debut album degli Anno Mundi, un motivo ci sarà di certo.
A livello di produzione, mi ha fatto davvero piacere constatare come siano riusciti a ricreare perfettamente il sound delle vecchie registrazioni degli anni 70 e 80: quei piccoli fruscii di sottofondo e quelle sonorità granitiche, nude e crude, che tanto ci hanno deliziato nelle passate decadi, e che nell'ambiente musicale odierno vengono surclassate dalle produzioni pompose e (a volte troppo) perfette, grazie all'utilizzo dei computer.
Appena inizierete ad ascoltare il disco, vi sembrerà di essere letteralmente tornati indietro nel tempo, ma la nostalgia lascerà presto spazio alla soddisfazione nel notare che anche oggigiorno esistono band, come gli Anno Mundi, in grado di non dimenticare mai le radici, e di riproporle in maniera impeccabile.
E anche il fatto che "Cloister graveyard in the snow" sia disponibile solo in vinile non fa che rendere ancora più particolare e "retrò" questo esperimento musicale. Tra pochi mesi verrà commercializzata la consueta versione CD, ma per il momento sono solo i collezionisti di dischi in vinile a poter gustare il debut album degli Anno Mundi. La confezione contiene anche alcuni simpatici gadgets. Insomma: hanno pensato veramente a tutto.
Come già citato nella premessa, il sound non è "Sabbathiano" al 100%: ci sono anche diverse contaminazioni, tra cui lo Sleaze Metal dei Guns n'Roses (distintamente riconoscibili nell'opening "Scarlet queen") e il Doom/Heavy Metal dei Candlemass con Messiah Marcolin. Come al solito nelle mie recensioni mi soffermo prevalentemente sull'aspetto vocale: la voce di Federico si adatta bene alla mistura di generi suonata: riesce a modulare bene le differenze vocali rendendosi a tratti simile a Ozzy Osbourne e a tratti ad Axl Rose.
Detto questo, posso quindi accingermi a descrivere forse l'unica pecca di questa proposta musicale: l'originalità. Avendo preso pari pari il sound delle suddette band, manca ancora l'identità personale che possa fungere da "sigillo di qualità" per gli Anno Mundi, che per ora si adagiano su terreni già battuti. Ciò non toglie che le sei canzoni dell'album siano molto piacevoli e ben strutturate, con un ottimo songwriting e un'esecuzione di pari livello.
Per concludere, "Cloister graveyard in the snow" è un eccellente debut album che fa subito capire l'elevato livello tecnico e compositivo di questa band, che sa il fatto suo e che con un pizzico di innovazione e personalità in più può tranquillamente aspirare ad un posto nell'olimpo dei "mostri sacri" del Rock.


Grewon

Tracklist:

side one

1 - Scarlet queen
2 - The shining darkness
3 - Dwarf planet

side two

4 - Gallifreyan's suite:
a) Access to the 4th dimension
b) Tardis
c) Timelord
5 - Cloister graveyard in the snow
6 - God of Sun



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