lunedì 5 settembre 2011

Recensione HIEROS GAMOS


HIEROS GAMOS - Bionic Era Of Psychosis 
(2011, Autoprodotto)
Death Metal

Iniziamo col presentare gli Hieros Gamos, il nome deriva dal greco e significa "matrimonio sacro". La band prende vita nel 2003 a Sassari da Roberto Moro e Amine Labiad, dapprima proponendo sonorità Black Metal con la pubblicazione di due demo, "Janas" e "The sounds of doom".
Nel 2008 iniziano le registrazioni del nuovo demo in questione, proponendo brani di matrice più Death che Black metal. "Bionic Era Of Psychosis", questo il nome del demo, è ispirato a 1984 di George Orwell e a parteciparvi sono diversi componenti, oltre al fondatore il già citato Roberto Moro (chitarre,basso,tastiere, testi e drum machine), Marco Brivio dei Bahal e Alator (chitarra solista), Marco Proietti degli Opium Populi e Trebula Suffenas (voce), Bloody Hansen dei The Providence e Juliet In Bones (testi).
Passiamo ad analizzare i quattro brani di questo demo, "Your mind was elsewhere", si nota fin da subito il sound molto cupo e cavernoso, non parliamo di brutal nè di nuova scuola, ma a far da padrone è un Death metal  ben ragionato e mai banale a cavallo tra i primi anni novanta come atmosfere e parti più veloci che non stanno mai male, attirando molto bene l'attenzione dell'ascoltatore.
Il secondo brano " Two minutes hate", che parte con una parte campionata del già citato capolavoro di George Orwell. Ottimi in questo brano gli intrecci di chitarra e le parti vocali, un growl possente e tagliente che si amalgama bene con le parti ritmiche di chitarra.
I due brani rimanenti"  Bionic era of psychosis" e " Three days to dawn" non fanno altro che rimarcare ciò che gli Hieros Gamos hanno proposto precedentemente, ottime parti di chitarra e ancora meglio le atmosfere utilizzate, il tutto reso più interessante dalle mai scadenti lyrics e dal massiccio timbro del cantante.
Il demo finisce con una ghost track , una cover dei Devo "Gut feeling".
Passiamo ad analizzare qualche punto dolente, la sezione ritmica non riesce a spiccare come si deve, basso e batteria troppo sintetiche, in questo caso si parla di drum machine e non di braccia umane, scelta causata sicuramente dalla lontananza dei componenti e dall'impossibilità di trovare un batterista in carne ed ossa. Un consiglio per il futuro è, magari, di cercare di curare, nonostante  la drum machine, il suono della batteria e farla sembrare meno computerizzata ,anche se sempre di un programma si tratta!

SCUM

Contatti:
hierosgamos.sardegna@gmail.com
www.myspace.com/hierosgamositalia