martedì 2 agosto 2011

Recensione - THE COLLECTIVE UNCONSCIOUS


THE COLLECTIVE UNCONSCIOUS - The Collective Unconscious EP
(2010, Autoprodotto
Progressive Metal

La band romana, formatasi nel 2007 grazie a Giacomo e Antonio a cui si aggiungono Marco, Claudio e Guglielmo, sceglie un nome particolarmente impegnativo: l'inconscio collettivo rimanda inevitabilmente all'imponente figura di Carl Gustav Jung, successore di Freud nello “studio” della psiche umana, secondo il quale ogni uomo possiede una parte della psiche contenente idee fondamentali che è in comune con tutti gli altri uomini. Cito a tal proposito “Prendimi l'anima”, film del 2002 scritto da Roberto Faenza e tratto dalla vita e dal pensiero del filosofo svizzero. Quelle luci sempre fioche, quella sottile linea di confine tra genio e follia, quelle atmosfere cupe presenti nel film contraddistinguono anche la musica dei The Collective Unconscious che offre spesso “spazi” di meditazione, di pensiero e che astrae l'ascoltatore dal puro e semplice sentire.L'ep è vario ed ogni pezzo sembra scontrarsi con gli altri ma, allo stesso tempo, c'è un filo conduttore che, coerentemente con l'idea dell'inconscio collettivo, li unisce. L'influenza maggiore è indubbiamente quella dei Tool, dai quali la band prende molto riuscendo, però, ad aggiungere sempre qualcosa di proprio. Il brano di presentazione è “THE BOUND”, molto meditato, nel quale spicca il lavoro delle chitarre e della voce. Molto interessante lo stacco (decisamente Post Rock) in cui la linea di basso incalza e prepara all'apertura sul “ritornello”. Il secondo brano “TOWARD THE WAVES” , composto da un semplice arpeggio di chitarra e rumori di fondo, può essere visto come introduzione al successivo, “PURE CRADLE”, il cui inizio è molto pacato e riprende il tema dell'intro. Il pezzo presenta, poi, un ottimo groove di batteria su cui si innestano chitarre, da una parte quelle distorte, dall'altra quelle pulite, che si intersecano e che fanno da tappeto alla linea vocale davvero notevole. In “STUPID SPOILED WHORES” spicca, invece, la linea del basso in slap (sempre molto efficace) che insieme al riff di chitarra “spezzato” ricorda un po' i Primus, anche se i ragazzi romani sanno sicuramente essere più puliti! Chiude l'ep “WOODWORM”; il brano presenta sonorità più Soft e Ambient grazie alle chitarre pulite, lontane e lievemente ridondanti (forse unica pecca del disco; anzi, della canzone!) e grazie al ritmo lento che accompagna la canzone per tutta la sua durata. In effetti WOODWORM sembra essere la fine di un viaggio difficile, carico di tensione, un viaggio attraverso la propria psiche e su cui meditare una volta usciti. Insomma il primo lavoro dei The Collective Unconscious è a dir poco un ottimo prodotto. I ragazzi sono dotati di notevoli doti tecniche, di una buona dose di originalità e fantasia (qualità che non sono mai di troppo) e curano alla perfezione le varie dinamiche che in questo genere sono fondamentali per non risultare monotoni. Un altro punto di forza è la voce che riesce ad essere sempre pulita, anche nelle parti in cui “spinge” di più, e le cui linee vocali non risultano mai banali. Buona la produzione anche se personalmente avrei lavorato di più sull'art-working che non combacia troppo con le idee del disco. Di non facile ascolto (data soprattutto la durata dei pezzi) questo ep è consigliato agli amanti del Progressive ma può essere apprezzato anche da chi cerca qualcosa di nuovo e alternativo. C'è da aspettarsi molto in futuro da questa band!

Pasq

Contatti:
www.thecollectiveunconscious.it
www.myspace.com/thecollectiveunconscious
info@thecollectiveunconscious.it

Tracklist:
01 - The Bound
02 - Toward the waves
03 - Pure Cradle
04 - Stupid Spoiler Whores
05 - Woodworm