venerdì 1 luglio 2011

Recensione - DUMPER


DUMPER – Rise Of The Mammoth
(2011, Nadir Music)
Heavy/Glam

Full-lenght di debutto per i modenesi Dumper, trio formato da Eddie Cantoni, Simone Severi e Lo Malaguti, rispettivamente voce e basso, chitarra e batteria. La band nasce nel settembre del 2009 e annovera inizialmente tra le sue fila il chitarrista Luca Cabri con il quale i Dumper iniziano a farsi conoscere nei vari festival musicali italiani, proponendo prima cover e poi brani inediti. Nel 2010 iniziano le registrazioni di Rise Of The Mammoth che li porterà ad ottenere anche un contratto con un'etichetta indipendente. Dopo le registrazioni Luca abbandona il gruppo e viene sostituito da Simone, attuale chitarrista, che definisce la line-up definitiva.
L'inizio dell'album si tinge di sonorità tipiche dell'Heavy Metal e del Glam e che ricordano molto quelle di gruppi come Kiss e Down (e Skid Row, soprattutto in BLACK EYES) . Come richiesto dal genere, la voce è rozza e “cruda” ma molto lineare, cosa che la rende parecchio orecchiabile e diretta. Particolarmente apprezzabili gli assoli di Luca Cabri, lunghi ma mai banali, sostenuti anche dal suo suono caldo e ricco di sustain.
In DRUG ME TO HELL, quarto dei dieci brani presentati, si avverte un deciso cambio di direzione che apre le porte a riff più potenti ed incisivi che si avvicinano anche al Doom e che ricordano molto l'ultimo Ozzy, più precisamente quello di Black Rain (per qualcuno potrebbe suonare offensivo ma non per me!). E’ evidente una massiccia presenza del basso che riesce a dare il supporto di una seconda chitarra, grazie alle grandi doti tecniche di Eddie, senza però abbandonare il suo ruolo nella sezione ritmica. Questo è il maggior pregio dei Dumper: riuscire ad essere devastanti nonostante si tratti di un trio. E’ molto difficile, infatti, colmare le inevitabili lacune del suonare in tre, soprattutto se ci si avventura nelle strade del Rock e del Metal. Il brano più maturo potente è la title-track che va assolutamente ascoltata guardando la copertina per avere davanti agli occhi l'immagine del mammoth che distrugge tutto mentre i suoi passi sembrano essere scanditi dal ritmo spiccatamente Doom del brano. Capitolo a parte è quello riguardante la cover dei Beatles proposta dalla band. La rivisitazione in chiave Hard Rock di TICKET TO RIDE, di cui il gruppo stravolge arrangiamento e (ovviamente) sonorità, conferisce l'impronta southern e surf della California anni '60 ed è, senza dubbio, la cosa più “innovativa” dell'album che, in generale, sembra seguire scrupolosamente i “dogmi” del genere. Chiude THE REVENGE OF SCYLLA il cui inizio è solamente il preludio ad un'esplosione di potenza che raggiunge il “picco” con riff candenzati in stile sabbathiano e con un assolo di grande impatto, fino a tornare alle atmosfere più soft che accomunano l'inizio e la fine del brano. Ottima la produzione. In definitiva Rise Of The Mammoth è un album perfetto per gli amanti e i nostalgici dell'Heavy Metal e del Glam, ma poco indicato per chi preferisce qualcosa di originale ed innovativo.

Pasq

Contatti:

Track List:

01 - Dumper
02 - Volts
03 - Black Eyes
04 - Drug Me To Hell
05 - The Melting Eye
06 - Rise Of The Mammoth
07 - On And On
08 - Lamb To The Slaughter
09 - Ticket To Ride
10 - The Revenge Of Scylla