martedì 21 giugno 2011

Intervista - Andrea Litti


Terza intervista della serie “i BIG salentini”. Quest’oggi a rispondere alle nostre domande abbiamo un altro personaggio conosciutissimo e molto stimato della nostra scena musicale, nonché colui che mette tutti d’accordo ovvero l’onnipresente ANDREA LITTI.

1) Ciao Andrea, potremmo iniziare quest’intervista Metal Arci dicendo che tu sei visto da molti come il punto di congiunzione salentino tra il Metal e l’Hardcore.  Ti senti più appartenente a un contesto piuttosto che un altro o sei bipartisan allo stesso modo?
Beh, dal punto di vista musicale diciamo fifty-fifty più o meno... Da quello extra-musicale non sto qua a fare i pipponi su attitudine HC vs. attitudine Metal, i buoni e i coglioni li trovi dappertutto, ma sicuramente sento molto più vicine le tematiche a sfondo sociale/politico/eccetera rispetto a draghi, spadoni, satanassi, cadaveri mutilati... Ci sono gruppi HC che apprezzo anche solo per i testi e gruppi Metal che apprezzo anche solo per la musica, ma difficilmente succede il contrario.

2) Facci un breve carrellata della tua lunga carriera musicale, elencandoci tutti i progetti a cui ha preso parte dagli esordi del ’93 coi tuoi No Mental Effort sino ad oggi e quali sono stati i modelli chitarristici che ti hanno influenzato.
Breve, eh? Dunque... ho comprato la mia prima chitarra nel '91, rotto la mia prima corda il giorno dopo, imparato ad accordare decentemente solo molto tempo dopo. Il primo riff che ho imparato credo sia stato quello di Instinct Of Survival dei Napalm Death (il buongiorno si vede dal mattino), mentre i primi due gruppi in cui mi trovai immischiato, quasi in contemporanea, si chiamavano Antitetanica e Noxium. I primi, da cover band di Metallica e Sepultura divennero poi No Mental Effort, il mio primo gruppo “serio”, con due demo all'attivo e vari concerti suonati nei primi posti autogestiti del Salento, tra cui una data di spalla agli Unsane (sì, quelli di NY!) che capitarono incredibilmente a suonare da queste parti nel '96, al Neural di Corigliano d'Otranto. Dal '93 al 2000 ho schitarrato e urlato nei D.I.A., la prima e unica band salentina e forse pugliese a fare Grindcore puro e inadulterato. Con loro abbiamo registrato un demo, uno split 7” coi savonesi Shears e varie apparizioni su compilation very very underground su vinile, CD e cassetta, inoltre abbiamo suonato anche un bel po' in giro per l'Italia. Le soddisfazioni più grandi però le abbiamo avute ai nostri primi concerti in zona, quando chi veniva a vederci restava di sasso perché non si aspettava che i pezzi finissero dopo venti secondi! (Ah! Ah! Ah!) Purtroppo ci sciogliemmo proprio mentre era in preparazione il nostro primo LP, a causa del trasferimento all'estero del nostro batterista. A proposito di batteria, nel corso degli anni mi sono anche messo a pestare pelli con risultati forse non eccelsi tecnicamente ma di sicuro divertendomi un mondo! In principio (1998?) furono i Mario Rollo Bend poi divenuti Dominetor, una cover band demenziale di classici dell'HM col testo stravolto il cui nucleo originale era formato dai redattori della fanzine Mururoa (su cui ci sarebbe da scrivere un intero capitolo!). Subito dopo vennero gli Spinanelfianco, Hardcore ispirato alla vecchia scuola italiana di Negazione e Wretched, con cui purtroppo non siamo mai riusciti a registrare nulla a parte qualche prova, e più o meno nello stesso breve periodo ci furono anche Le Ceneri, Post-Grind caoticissimo con voce femminile e un demo all'attivo. Dopo questa fase di furore batteristico appesi le bacchette al chiodo fino al 2007, poi vennero i Fuckin'ostiA e il resto è cronaca. Tornando alla chitarra: nel '97 fondai gli Shank con Max, Enrico e Simone che provenivano dagli Hyoid (il miglior gruppo Metal salentino mai esistito, che purtroppo probabilmente in pochi si ricordano). Vabbé, gli Shank, e non lo dico per vantarmi, sono stati per un bel po' la band salentina più seguita in zona, sono campati per la bellezza di 13 anni attraverso due album, circa duecento concerti, numerosi cambi di formazione, qualche stop forzato e un'evoluzione musicale che ci portò dal Crossover totale e melodico degli esordi, che pescava da milioni di influenze diverse tra cui Deftones, Voivod, Faith No More, Fear Factory, Tool, Refused e Helmet, al Post-Hardcore dell'ultimo periodo con me anche alla voce (dal 2007 al 2010). Nel 2004 assieme a Christian Montagna e Antonio Donadeo formai i Traitor, Brutal Death-Grind con elementi Hardcore ispirato ai vari Misery Index, Dying Fetus, Nasum, Hateplow e Brutal Truth, anche loro con una storia travagliata di vari cambi di formazione e una fine prematura alla vigilia della registrazione del primo album e con un contratto discografico che aspettava solo la nostra firma... vabbé, so it goes... Abbiamo lasciato ai posteri un promo di sei pezzi che quasi nessuno ha mai ascoltato, il demo CD di quattro pezzi The World Is A Killing Field e uno split CD coi francesi Decoherence, con le stesse canzoni del demo CD ri-registrate, uscito nel 2005 per l'etichetta di Alex dei Necrotorture. Nel Febbraio 2010 sono entrato a suonare nei Cast Thy Eyes, che Christian aveva formato con Stefano e Pippo nel 2006. Attualmente la band è ferma, comunque in quest'anno trascorso assieme abbiamo fatto uscire l'album We Burn Into The Cold Eyes Of The Sun, scritto un'altra decina di pezzi che spero vedranno la luce prima o poi in qualche modo e forma, e suonato in lungo e largo nella penisola, riscuotendo anche un certo interesse da parte della stampa specializzata su carta e in rete. Dei CTE potete scaricare entrambi i dischi a questo indirizzi:
http://www.mediafire.com/?hbxfs1l6b045g7q (mini-CD omonimo del 2007)
Inoltre qui trovate lo split Traitor/Decoherence:
Per il futuro più o meno prossimo ho un paio di progetti in ballo che ancora devono partire, tra cui una specie di progetto solista in cui proverò a suonare tutti gli strumenti... una cosa che ho in mente da un annetto ma non ho ancora trovato il tempo (e il coraggio!) di affrontare.

3) Gli anni sul groppone sono ormai 35 e molti sono quelli trascorsi a schitarrare a destra e a manca, ma l’attitudine e l’entusiasmo (e il cappellino con la visiera) rimane quello di un giovinetto, ti si può definire come il Gianni Morandi incazzato del Salento? (sentiti liberissimo di mandarmi affanculo dopo ‘sta cosa…)
(Ah! Ah! Ah!) Cu butti velenu! Beh, sicuramente io e il grande Gianni abbiamo in comune il fatto che molti ci guardano strano per le rispettive scelte alimentari, anche se non scambierei mai il mio ormai decennale vegetarianesimo con la sua dieta... marrone!

4) Qual è stato il momento della “svolta”? C’è qualche album in particolare che ti ha indirizzato su questi binari, salvandoti da una probabile carriera da dj pieno di figa o da una brillante carriera universitaria?
“Salvandomi”? Beh, scusa Ale, ma intanto se la poni in questi termini direi piuttosto che m'ha sciuta propriu fiacca! La prima grande svolta è accaduta più o meno quando facevo le medie: andavo spesso a casa di un cugino più grande che collezionava vinili di tutti i tipi (attualmente è uno dei maggiori collezionisti europei di dischi rari dei Kraftwerk e dei Rockets), restavo ore a spulciare la sua collezione e a guardarmi tutte le copertine e ovviamente quelle che attiravano maggiormente la mia attenzione erano le copertine dei Maiden... un giorno gli chiesi di farmi ascoltare qualcosa da Somewhere In Time, allora appena uscito... il brano era Wasted Years e fu amore a primo ascolto. Pochi anni dopo scoprii che un altro cugino era già da un po' metallaro e addirittura suonava la chitarra in un gruppo! Divenne il mio primo guitar hero e grazie a lui ascoltai per la prima volta Ride The Lightning (altra svolta..) e decisi che anch'io dovevo avere una chitarra, e anche qui siamo alla cronaca...  nera!

5) Coi tuoi gruppi hai suonato in giro per l’Italia, con trasferte in tutti i luoghi e tutti i laghi... Quale di queste esperienze ha lasciato il segno più delle altre? E in tutto questo tuo essere cosmopolita ti è capitato qualche aneddoto assurdo da poter raccontare ai nostri lettori?
Nel 2003 andammo coi Traitor a registrare un promo a Rieti, nello studio dell'allora chitarrista degli Undertakers... Il disco uscì una merda e infatti non lo facemmo girare, ma i 5 giorni che siamo stati lì abbiamo dato sfogo al peggio di noi e abbiamo depredato più volte e nelle maniere più fantasiose il reparto alimentari di vari supermercati della città (Ah! Ah! Ah!)... Nel 2000 coi D.I.A. suonammo a Milano in un posto assurdo chiamato Kascina Ripamonti, che era il covo dei punkabbestia più marci e allo stadio terminale di lobotomia auto-inflitta, noti in tutti i posti occupati della città per essere dei rompicoglioni di prim'ordine (un amico ci aveva infilati in un festival che si teneva in quel posto per farci recuperare una data altrove, saltata all'ultimo secondo)... Tenevano le birre a raffreddare nell'acqua degli scarichi fognari e preparavano torte alla marijuana le cui piantine erano innaffiate con gli avanzi dei beveroni chimici, per cui ti lascio immaginare gli effetti psichedelici che procuravano, che per fortuna non provammo mai di persona ma ci furono raccontati dalle incolpevoli vittime... Tra i concerti più belli e memorabili sicuramente ci metto il Calabrian Metal Inferno 2010, le date messinesi e quella al Telos di Varese coi Cast Thy Eyes; il festival anti-OGM a Laterza e il benefit per la fanzine Ultimo Giro al Confino occupato di Cesena nel 2001 con gli Spinanelfianco; le date coi D.I.A. all'Etna 3 e al Borkiello occupato di Cervia, alla Delta House di Torino (tutti posti meravigliosi che purtroppo non esistono più) e il concerto alla Masseria Belli a Lecce assieme agli americani Decrepit nel '98; la data dei Traitor con i Dillinger Escape Plan a Lecce nel 2004 e al Lucky Moment di Taranto nel 2008; i concerti degli Shank con Linea 77 e Kiss Of Death a Torre Lapillo (2001?) e con gli Extrema a Lecce nel 2004, il concerto di spalla agli Unsane coi No Mental Effort nel '97...

6) Cosa è cambiato nel Salento da gli anni 80-90 ad ora per quanto riguarda la situazione generale del Metal e dell’Hardcore? (Immagino che ora ti farai prendere dalla nostalgia con la lacrimuccia a gli occhi mentre rispondi dicendo: “Eh…ai miei tempi…”)
(Ah! Ah! Ah!) Esatto! Guarda, in realtà gli anni '80 li ho vissuti solo come ascoltatore, e comunque dai racconti di qualche amico quasi quarantenne non è che ci fosse in giro chissà che... Gli anni '90 sono stati fondamentali perché nel giro di poco tempo nacquero in Salento numerose situazioni autogestite, tra cui il Centro Sociale Occupato “Stazione Ippica” a Lecce, il Gabba Gabba a Cutrofiano, Lu Macellu a Soleto, il Rosa Luxembourg a Leverano (Ilario Hopesend ne sa più di qualcosa), la Ragnatela a Maglie, lo Zoja a Veglie, il Baraonda a Supersano... luoghi in cui si sono formate almeno un paio di generazioni di giovani “alternativi” (non solo metallari). Differenze tra ieri e oggi? Ho scritto e riscritto questa risposta duemila volte... Tento la carta della brevità e dico che ieri rispetto a oggi c'era l'entusiasmo nel fare le cose con pochi mezzi ma con grande spirito pionieristico. Oggi qui vedo una situazione di stallo, come sempre legata soprattutto alla mancanza di spazi, ma anche alla poca voglia di fare delle nuove generazioni, fatte salve le dovute rare eccezioni naturalmente.

7) Abbiamo visto il Litti chitarrista/bassista/batterista/cantante/fonico/organizzatore di concerti e quant’altro… si potrebbe dire “una vita dedicata alla musica”, concordi? Cos’altro possiamo aspettarci? Ti vedremo in qualche nuova veste o stai iniziando a pensare a cosa fare da grande?
Ovviamente concordo! E comunque ho alle spalle anche una discreta carriera da fanzinaro, prima come membro della redazione di Mururoa dal '97 al '99 (http://www.facebook.com/group.php?gid=53816388601&v=wall), poi come creatore della fanzine Hardcore Causa Persa (inizio 2000) e infine come collaboratore saltuario di altre realtà cartacee e su web come Morgue Views, The Whip, Stillborn Webzine... tutti nomi che purtroppo oggi non molti ricorderanno. Cosa voglio fare da grande l'ho già deciso, anzi, lo sto già facendo per fortuna da qualche anno e lo dico e ripeto spessissimo: stare dietro a un mixer durante un live è l'unico lavoro non alienante a cui riesco a pensare e l'unico mio grande cruccio è di non aver iniziato a farlo prima... L'organizzazione di concerti è stata sempre, e sempre resterà finché continuerò a farlo, una passione a fondo perduto, che però mi ha dato anche delle belle soddisfazioni e mi ha permesso ospitare dalle nostre parti tante band allucinanti: Dillinger Escape Plan su tutti, ma anche tante band italiane validissime. Una cosa che ancora non ho fatto ma che presto o tardi farò è il fonico in qualche studio di registrazione...

8) Risposta secca:  Slayer o Metallica?
La risposta è secchissima: Slayer! Anche se dopo Divine Intervention secondo me potevano e dovevano godersi i frutti della pensione o continuare suonando solo live e facendo la cover band di sé stessi. Ma se me l'avessi chiesto prima del Black Album avrei avuto serie crisi di coscienza!

9) Darrell o Shuldiner?
Una domanda che farebbe sicuramente felice un amico gallipolino :)
Darrell, comunque.

10) Tette o culo?
Beh, dipende!

11) Sempre contro il sistema e anti-conformista massimo, al punto che negli anni in cui impazzava il detto “Sex, Drugs and Rock ’n’ Roll” abbracciasti lo stile di vita straight edge che predicava l’allontanamento dal nichilismo del Punk di allora, diventando quindi quasi una “mosca bianca” nel Salento Metal. Vuoi parlarci di quell’esperienza e cosa ti ha spinto poi a ricrederti? (PS: eterna giovinezza e principi da bravo ragazzo: voglio farti notare che le somiglianze con Morandi aumentano, spero tu non sia anche coprofago!)
Cu butti velenu tu e Morandi, parte 2! :)
Tanto per cominciare non mi sono mai davvero ricreduto, e per strano che possa sembrare non mi sono ancora mai ubriacato in vita mia, il concetto di sigaretta e vizio del fumo mi fa cagare e sul resto non sto nemmeno a spendere parole, anche se i miei amici di più vecchia data ancora si meravigliano se mi vedono con una birra o un Disaronno in mano... Anticonformista? A me questa parola sa di ostentazione forzata di una diversità formale e di facciata, che spesso diventa essa stessa un'uniforme o una tessera di appartenenza...

12) Da sempre sei molto attivo in campo social-culturale con un impegno sempre crescente (al limite dell’ubiquità) nel supportare cause umanitarie/ambientali/animaliste. Nell’attuale clima di tensione per quello che sta succedendo nel mondo, in particolare in Libia e Giappone su cosa pensi che bisognerebbe fare maggiore attenzione, su quali temi vorresti che la società si sensibilizzasse maggiormente?
Visto in che periodo di merda viviamo, sta solo alla sensibilità di ognuno la scelta di qualcosa da fare per incidere in maniera positiva sul mondo che ci circonda. Le possibilità sono talmente tante e coinvolgono talmente tanti aspetti della nostra esistenza, a partire da cosa mangiamo, cosa indossiamo, come e dove spendiamo i nostri soldi, per finire alle tematiche di scala mondiale: nucleare, guerra, eccetera, che basta davvero avere voglia di cacciare la testa fuori dalla finestra. Io da dieci anni ho smesso di mangiare carne. Sembra una cazzata, e in genere quelli a cui lo dico mi guardano come un malato (“non mangi carne? E comu faci cu te mantieni?” come se un intero alfabeto di centinaia di vegetali commestibili e coltivati da millenni, dall'Avena alla Zucchina, non fosse mai esistito), ma già questa cosa potenzialmente riguarda tanti aspetti della nostra esistenza, non solo il rispetto o la compassione per altre forme di vita la cui morte non è necessaria alla mia sopravvivenza. I danni incredibili e su più livelli dell'industria dello sfruttamento animale (non solo l'industria della carne o del pellame, ma anche pratiche abominevoli come la vivisezione e la sperimentazione “scientifica”, medica e cosmetica, e il business di circhi, palii e corride) dall'inquinamento e la devastazione dell'ambiente, passando per i danni alla nostra salute, per finire alla riproduzione delle strutture gerarchiche e autoritarie della nostra società (in parole povere: “il più forte ha il diritto di sfruttare, ingabbiare e uccidere il più debole”), sono davanti agli occhi di tutti e colpiscono anche l'uomo, non solo le incolpevoli vittime dirette.

13) L’intervista si conclude qui. Grazie per la disponibilità, saluta i lettori di Metal Arci Webzine come meglio credi. (PS: Morandi la chiuderebbe con un STIAMO UNITI, giusto a titolo informativo, eh…)
Morandi è il simbolo di un mondo in cui tutti mangiamo merda, ma almeno lui decide di farlo liberamente mentre noialtri siamo costretti! Grazie mille a te Ale, ci si vede in giro nei soliti (pochi) posti e alla prossima.

Torrrmentor