martedì 5 aprile 2011

Recensione - WHITE PALE SILENCE


WHITE PALE SILENCE - Demerger
(2008, Autoprodotto)

Quando il chitarrista dei White Pale Silence mi presentò la sua band, mi disse che si ispiravano al Gothic Rock dei finlandesi Charon. Ma quando ho ascoltato le canzoni, sono rimasto a bocca aperta per quanto invece siano SIMILI ai Charon! Non intendo dire che abbiano scopiazzato le loro canzoni, eh, tutt'altro... Da fanatico dei plagi quale sono, non sono riuscito a trovare nessun passaggio che mi facesse ricordare altre canzoni già ascoltate. La somiglianza è nello stile, nel riffing, nel songwriting e soprattutto nel cantato... La voce è ciò che più mi ha colpito in tutto l'album. Ma andiamo con ordine.
L'album, Demerger, è un breve disco (circa 30' di durata) autoprodotto, e si adagia sui canoni del Gothic Rock senza "osare" troppo. Le 7 canzoni che lo compongono sono solide e convincenti, seppur non troppo innovative (d'altra parte, è proprio il genere musicale trattato che non concede troppe "stranezze", non è colpa della band). I White Pale Silence (i miei complimenti per la scelta del nome! ;)) sfornano un Gothic Rock scuro, introspettivo, liquido e malinconico, con brevi accelerate e intro dal sapore Prog. I richiami sono evidenti: Charon in primis, ma anche Him e So Cold. Il cantante ha una voce che definire perfetta per il genere è poco: calda, profonda, da brividi sia quando canta da solista e sia in coro. Anche la pronuncia, sebbene qualche lieve imperfezione qua e là, è abbastanza valida.
Le tracce di Demerger scorrono via rapide (forse anche un po' troppo) e non si ha nemmeno il tempo di metabolizzarle. Qualche canzone in più avrebbe dato a quest'album uno spessore più importante e lo avrebbe reso degno del confronto anche coi mostri sacri del genere. A livello di produzione siamo su buoni livelli, sebbene il lavoro non sia esente da qualche rumore di sottofondo e qualche imprecisione nel livellamento dei volumi degli strumenti (la voce sovrasta di molto tutti gli strumenti, fortuna che il cantante è bravissimo e quindi la cosa non disturba molto... anche se un bell'assolone rumoroso non avrebbe certo guastato.
Penso di aver detto tutto ciò che c'era da dire: band interessante, validissima sia a livello strumentale che a livello vocale. Album senza troppe pretese ma al tempo stesso senza grandi pecche, che fa bene il suo dovere. Ora si attende una riconferma dei White Pale Silence in sede live, e magari, più in là, anche un album un po' più lungo in grado di lasciare il segno. Le potenzialità ci sono, eccome.

Grewon

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