mercoledì 2 febbraio 2011

Intervista - SYNFUL IRA

1) Ciao Fabio, e grazie per quest’intervista che hai concesso a Metal Arci Webzine per una delle tue due band, i Synful Ira. So che siete attivi già da un po’ di tempo e che fino a poco fa eravate una cover band. Vuoi quindi dirci un po’ qual è il vostro background e in che modo influisce sui vostri inediti su cui state lavorando?
Intanto un saluto a tutti i lettori di Metal Arci Webzine e grazie a te per averci concesso questa intervista! Si, la band esiste da tempo come progetto cover, e precisamente da gennaio 2005 ma il nome Synful Ira arrivò nel 2007 dall’esigenza di trovare un nome originale e che rappresentasse la formazione definitiva che nei 2 anni citati era cambiata parecchio. I gruppi di cui eseguivamo ed eseguiamo le cover sono Nightwish, Within Temptation, Lacuna Coil, Evanescence, Sirena, Epica, Delain, Unsun, After Forever, ma abbiamo anche spaziato su generi con cantanti maschi come Kamelot, Sonata Arctica, Stratovarius e immancabilmente Dream Theater!
Il progetto ha funzionato abbastanza bene dalle nostre parti, nonostante il genere non fosse proprio commerciale, riuscendo ad avvicinare a queste canzoni anche persone che notoriamente non amavano il Metal. Abbiamo anche realizzato un dvd live durante uno dei nostri concerti più grossi (http://www.youtube.com/watch?v=DXZ9uJe9XHw questo è uno dei pezzi del dvd…).
Gli inediti hanno subito sicuramente qualche influenza da queste band ma anche da tante altre che ascolto nella mia quotidianità e che non sono assolutamente Metal tipo Muse, Guano Apes, System of a Down e molti altri.

2) A breve andrete in sala incisione per registrare il vostro primo album: vuoi parlarcene più nello specifico? Di cosa si tratta?
L’album si chiamerà Between Hope And Fear e sarà un concept dedicato ad una storia vera e la particolarità dell’album parte proprio da qui… Più che scegliere un genere musicale al quale attenermi ho cercato in fase di composizione di ripercorrere il racconto con la mente e immaginarmi  “la colonna sonora” appropriata in ogni fase della storia e in base agli stati d’animo del personaggio e quindi nella mia testa è stato come girare un film! Chiaramente non avere un genere preciso è una scelta rischiosa perché a livello commerciale può essere dannoso ma se capito può essere apprezzato per l’originalità.
La storia inizia con un tradimento subito dal protagonista e l’album affronterà tutte quelli che possono essere gli stati d’animo successivi ad un tale evento come sospetto, rabbia, desiderio di vendetta, depressione, paura, ma anche la ritrovata speranza, l’utile ruolo degli amici e in ognuna di queste fasi si vedrà come il personaggio affronterà la situazione. Il finale non è scontato ma lo lascio scoprire all’ascoltatore ;)

3) Capita di rado che si realizzi un concept album nel Power/Prog sinfonico, è pertanto un’interessante novità. In che modo realizzate i vostri pezzi a livello strumentale? Jam session tutti insieme appassionatamente oppure uno o più componenti creano la maggior parte del lavoro e gli altri ci aggiungono del loro alla fine?
Abbiamo sperimentato entrambi i metodi ma la difficoltà di incontrarsi spesso per provare rendeva difficili le Jam session e di poca resa purtroppo…
Quando questa persona mi raccontò la sua storia ebbi l’illuminazione primo perché ero rimasto commosso dalla vicenda e poi perché era ammirevole come era riuscito ad uscirne…
Quindi mi sono messo sotto scrivere la storia e a registrare questa ipotetica colonna sonora capitolo per capitolo poi ogni componente della band è venuto a casa mia per elaborare la sua parte.
Come primo lavoro inedito partire con una storia così intensa è stato emozionante un po’ per tutti e sinceramente non mi sono quasi mai posto il problema se sarebbe piaciuto o meno alla gente perché ero talmente coinvolto dalla storia e la musica veniva così spontanea che anche a rifarlo ora non mi verrebbe nulla di diverso. La cosa bella è che a tutti gli altri della band è piaciuto subito nonostante la nostra provenienza da generi e gusti diversi…

4) Fabio, oltre ad essere il mastermind dietro ai Synful Ira, suoni anche negli Ancient Bards, che grazie al loro album del 2010 hanno ricevuto molti (meritatissimi) consensi. Ti è facile conciliare l’impegno con entrambe le band?
Per il momento sì perché negli Ancient Bards non ho un ruolo da prima linea né in fase compositiva, dove al 90% decide Daniele, né a livello live dove ho preferito all’epoca il ruolo di chitarra ritmica, quindi mi posso quasi definire un semplice esecutore.
Inoltre il numero di concerti è molto ridotto da entrambe le parti, per cui i due progetti coesistono perfettamente.

5) Coi Synful Ira fate già dei concerti o aspetterete l’uscita dell’album? Giacché ci siamo dimmi anche se sarà autoprodotto o se avete già un etichetta…
L’intero album è già stato “suonato” dal vivo a settembre 2010 per festeggiare coi nostri sostenitori la fine della fase compositiva. A parte quel concerto non abbiamo fatto altre date per scelta sospendendo quindi anche i concerti cover.
L’etichetta la stiamo cercando proprio in questo periodo spedendo in giro alle varie case discografiche il promo autoprodotto The Hard Reality che contiene 4 brani del concept che inizieremo a registrare presumibilmente a metà marzo e che quindi sarà quasi certamente autoprodotto (3 dei 4 brani del promo sono ascoltabili su Youtube).

6) Abbiamo quasi finito. Vorrei chiederti qualcosa di non direttamente attinente ai Synful Ira. Cosa ne pensi della situazione in cui si trova il Metal in Italia e nel mondo?
In Italia la situazione non è buonissima nel senso che ci sono tanti musicisti bravi e tante band di valore ma che non hanno visibilità a livello nazionale… Molti di questi musicisti (tra cui molti che conosco personalmente) per riuscire a ritagliarsi spazio devono accontentarsi di suonare in qualche “tributo” (che io ritengo la fine del musicista) o suonare generi più commerciali… Purtroppo resta ancora potente il pregiudizio della gente comune che associa la parola “metal” a “casino”, “satana”, “straccioni” o quant’altro…
Nel mondo, beh, bisognerebbe ragionare a zone ma ritengo che di visibilità ce ne sia parecchia e lo sto vedendo con gli Ancient Bards. Aver trovato un etichetta straniera ha significato tantissimo e in poco tempo abbiamo ricevuto recensioni e commenti da svariate parti del globo oltre alle buone vendite del disco dagli Stati Uniti fino al Giappone.

7) Cosa secondo te potrebbe servire per portare alla ribalta la musica underground o comunque di “cultura”?
Una radio o una tv veramente dedicate al genere… ma basterebbe anche che le radio e le reti tv più grosse dessero uguale spazio ai vari generi…

8) Grazie di cuore per quest’intervista, Fabio. Vuoi dire qualcosa a chi la leggerà?
Grazie di cuore ancora a te per l’intervista e per l’interessamento al progetto; ai lettori, oltre alla frase “spero che vi piaccia l’album” aggiungo anche un “spero che vi faccia riflettere” poiché nella storia raccontata ci sono davvero tanti motivi di riflessione e che l’album riesca a rendere quella forte emozione che ho provato io durante il racconto di questa vicenda! Stay tuned!  \m/

Grewon